Colori e Forme
La pittura di Ivano Petrucci è una continua sorpresa, sia in senso coloristico che in quello dei contenuti; sorpresa per l’impatto dei colori a volte tonali, caldi e diffusi, a volte stridenti e acidi da pittura manierista che richiamano il Pontormo; sorpresa per la varietà delle tematiche, che se rivelano un interesse per le donne analogamente possono trattare sentimenti e paure. Ivano Petrucci è un artista al quale va subito riconosciuta una qualità che, paradossalmente, non è troppo diffusa tra i pittori: sa dipingere. Soprattutto figure femminili, ma non solo, con un sapiente uso del colore riesce a trasmettere anche raffigurazione di sensazioni – situazioni – sentimenti che di conseguenza diventano anche i soggetti delle sue composizioni più originali, che risultano particolarmente attraenti, non soltanto per la piacevolezza dei contenuti, quanto grazie all’intenso dinamismo delle figure, all’ampiezza degli spazi dipinti, alla brillantezza del colore. Dipinti che quindi non trascurano di suggerire spunti di riflessione intorno al perché della vita, vista come delicato gioco di equilibri. Una pittura, quella di Ivano Petrucci, che mostra il piacere di far arte e lo comunica agli occhi dello spettatore, avvolgendolo in un turbinio di colori e movimenti, di intrecci complicati di corpi e di mani, a cui spesso è affidata la rivelazione dei sentimenti, espedienti già usati da artisti come Grunewald o Picasso. L’uso dei colori diventa forma, e le forme escono dai fogli con l’uso dei colori. Le forme, i contorni, non sono esattamente delineati per lasciare spazio all’interpretazione della fantasia di chi guarda, alla sua sensibilità. Così in Comunque l’Eros (2018) la coppia che si abbraccia è visibile solo parzialmente, ed è forse la stessa coppia (l’Autore?) presente anche in Attimo d’intensità (2017). La forma si maschera, si traveste, può rendersi quasi irriconoscibile come in Femminile (2017); anche il colore viene usato allo stesso modo, come in Arti (2017). Le paure prendono forma in Dietro l’angolo (2018) o in Incubo (2018), mentre sprazzi di fiducia sono presenti in Nelle tue mani (2017) o in Nascosto nella luce (2017). La padronanza delle tecniche (acquerello, acrilico, olio, inchiostro di china, etc) è dimostrata dall’abilità nel disegno a cui unisce una grande sensibilità per il colore. Le sue opere sono ben costruite, armoniche, piacevoli a vedersi. Nei suoi dipinti è sempre presente la figura umana, prevalentemente femminile, che è rappresentata per lo più in movimento, quasi che i suoi soggetti non possono stare fermi e riposare. Instabilità, precarietà ma anche leggerezza. Durezza e tensione espressiva ma anche dolcezza e tenuità. Una grande varietà di espressioni artistiche che mostra sensibilità profonda nel cogliere aspetti nascosti delle cose ma anche capacità di distaccarsene. La precarietà, dell’equilibrio e dell’esistenza, è il filo logico che lega queste immagini; l’artista sembra voler dire che questa è una delle costanti dell’universo, ma lo dice con tale eleganza di forme e di colori che si è quasi pronti ad accettarlo serenamente; l’accettazione e la serenità si rivelano in certi momenti di pausa, dove, magari, due amanti, indifferenti alle sciagure del mondo, ammirano dall’alto di un loggione il balletto che si svolge sulla scena di un teatro (Il Sipario, 2018).
Manlio Gaddi [Critico D'Arte]
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